Vivi una favola nell'elegante villa del '700
A pochi chilometri da Bologna, immersa tra verdi colline, la tenuta Palazzona di Maggio è un'oasi incantevole di bellezza e natura. Il cuore della tenuta è la villa settecentesca di architettura neoclassica. La villa, raggiungibile attraverso un lungo viale di tigli di notevole valore ambientale, è circondata da un grande parco con alberi secolari. Dopo i lavori di restauro che sono durati oltre tre anni la villa Palazzona di Maggio è finalmente a disposizione del pubblico per questo capodanno 2013 a bologna.


INTERNI DELLA VILLA
La testimonianza più antica della Palazzona di Maggio, presso l'Archivio di Stato di Bologna, è dovuta al perito agrimensore Alfonso Nelli, che raffigura in un disegno del 1581 un edificio imponente ma di forme diverse da quelle attuali. L'edificio fu edificato su insediamenti romani risalenti al 40 a.C. e ciò è confermato dal ritrovamento di antiche monete nel profondo pozzo, la cui costruzione viene fatta risalire appunto a quell'epoca. Era un tempo in cui sorsero, sulle colline sovrastanti la Via Emilia, numerose ville patrizie, poco distanti dalla vicina città di Claterna che conobbe, come altre città della regione, un periodo di eccezionale floridezza sotto l'Impero romano. La Palazzona fu acquistata, all'inizio del diciottesimo secolo, dai conti Malvezzi che commissionarono all'architetto Venturoli, artefice del neoclassicismo, l'imponente trasformazione architettonica che oggi possiamo ammirare. I lavori iniziarono attorno al 1750 e si protrassero per oltre dieci anni con un notevole ampliamento dell'edificio e l'inclusione dell'adiacente Oratorio della Beata Vergine Addolorata. La villa fu dotata di ampie scalinate e di un portale con colonne corinzie con la parte centrale della facciata sormontata da un timpano.
Gli interni vennero affrescati con allegorie floreali a simboleggiare le stagioni e, al piano superiore vennero realizzati dipinti con paesaggi prospettici a cura di Luigi Santi da Bologna. La villa, raggiungibile attraverso un lungo viale di tigli di notevole valore ambientale, à circondata da un grande parco con alberi secolari. L'elegante villa settecentesca è il luogo ideale per scappare dalla monotonia della città e sognare, almeno per una notte.
NOBILI RADICI dal 1700
La famiglia Perdisa, di cui si hanno tracce sin dal diciassettesimo secolo, è di origine romagnola. Luigi Perdisa nacque a Ravenna il 16 luglio 1906. Il suo percorso accademico iniziò nel 1928 con la laurea in Scienze Agrarie. L'anno successivo conseguì l'abilitazione alla professione di Agronomo e per due anni insegnò Economia Agraria ed Estimo all'Istituto agrario della sua città.
Rapidissima la sua carriera universitaria che lo vide presiedere, sin dal 1941, la cattedra di Economia e Politica Agraria all'Università di Bologna, Facoltà di cui divenne Preside nel 1961. Perdisa si accorse presto che il legame tra il mondo scientifico e quello pratico era labile se non inesistente e fondò, nel 1935, il bollettino "I Tecnici Agricoli dell'Emilia" che divenne, dopo quattro anni, "Rivista di Estimo Agrario e Genio Rurale". Fu questa rivista il primo mattone di un impero editoriale, il Gruppo Calderini - Edagricole, che negli anni a venire diverrà il primo in Europa per numero di pubblicazioni, fatturato e addetti. Sin dall'inizio il figlio Sergio lo affiancò nell'attività editoriale mentre l'altro figlio Cesare, pilota di Formula Uno negli anni cinquanta, entrò in azienda a metà degli anni sessanta. Il professor Perdisa fu anche imprenditore agricolo e teneva molto, più di ogni altra sua attività, alla sua terra e ai suoi poderi dove sperimentò le più innovative pratiche agronomiche. Nel 1960 stabilì la sua dimora nell'antica villa Palazzona di Maggio, al centro dell'omonima Tenuta agricola. Subito, con la lungimiranza che ha sempre contraddistinto la sua opera, piantò, assieme a varietà tipiche della zona, vitigni che all'epoca vi erano sconosciuti, cominciando a produrre vini di qualità, grazie anche a pratiche enologiche d'avanguardia tese ad ottenere vini sani e salubri. Dall'inizio degli anni ottanta, il nipote Alberto, figlio di Cesare, affiancò il professor Luigi nella conduzione della Tenuta. Oggi Alberto, con la moglie Antonella e Federico, secondo dei loro cinque figli, hanno completamente rinnovato l'azienda vitivinicola realizzando nuovi vigneti e una cantina dotata delle migliori tecnologie disponibili. Tutto ciò per continuare, nel solco della tradizione familiare che ha visto da sempre fondersi per il miglior risultato tradizione, innovazione e rispetto per l'ambiente. Un'avventura imprenditoriale difficile a affascinante tanto cara al capostipite Luigi Perdisa, luminare dell'agricoltura italiana.